Capita frequentemente di vedere sul web, in televisione ma anche sulla pubblicità esterna delle campagne molto coinvolgenti, in grado di catturare l’attenzione dei consumatori attraverso uno storytelling davvero efficace. Ma quali sono i segreti che stanno dietro al gorilla del Crodino oppure all’asteroide del Buondì? Sicuramente il segreto più importante che ha reso queste campagne indimenticabili sta proprio nella loro idea.

Cosa possiamo fare per generare una buona idea? Uno dei metodi che ha permesso la nascita di grandi idee pubblicitarie, e non solo, è il brainstorming.

Il termine brainstorming deriva dall’unione di due parole “brain” (cervello) e “storm” (tempesta), e  significa letteralmente tempesta di cervelli.

È una tecnica creativa di gruppo per far emergere idee volte alla risoluzione di un problema. Il metodo nacque nel 1938 dal pubblicitario Alex Osborn, il quale ideò una nuova modalità di discussione di gruppo. In realtà però questa tecnica, anche se non fu utilizzata per fini pubblicitari, esisteva già in India già dal XVII secolo e era identificata come Prai-Barshana, una tecnica utilizzata dagli insegnanti indù.

Il brainstorming si suddivide in tre fasi principali:

1) Fase iniziale

In questa fase l’obiettivo è spiegare in modo chiaro e preciso l’oggetto della discussione a tutti i partecipanti. Il moderatore sarà la figura che guiderà la discussione durante tutte le fasi del processo.

2) Fase divergente

Una volta che abbiamo presentato il nostro problema comincia la fase più creativa del processo, quella in cui viene data libertà al pensiero critico di ciascun partecipante. In questa fase emergeranno quegli elementi che verranno utilizzati successivamente per arrivare alla soluzione finale. Per garantire la libertà del pensiero critico di ogni partecipante, e quindi il risultato del brainstorming, sarà necessario applicare la cosiddetta “sospensione del giudizio”, ovvero il non giudicare le idee altrui utilizzando un metodo di ragionamento razionale (es. “questa idea non mi piace”, “non funzionerà mai”). Secondo Osborn anche molte idee pensate in modo istintivo risultano tra le idee più creative ed originali.

3) Fase convergente

Nell’ultima parte del processo selezioneremo le idee più brillanti emerse dalla fase divergente per arrivare al risultato finale. In questa fase ritorna l’aspetto razionale, critico ed analitico.

Inoltre, possiamo aggiungere che più idee raccogliamo, più probabilità avremo di raccogliere spunti originali. Anche l’unione delle proprie idee con quelle degli altri membri del gruppo è fondamentale e può creare valore aggiunto.

Non vediamo l’ora di vedere le vostre idee più originali sui nostri spazi!